Sono triste.
Non scrivo da due settimane perché non mi è successo niente. Ed è questo il problema.
Resoconto veloce a giorni sparsi.
Sabato 17 porto la chitarra al party... suono per un po' di gente con un altro tizio che ha portato la sua chitarra... grande delusione quando intono canzoni irlandesi e i nativi non riescono a starmi dietro con i testi... li so meglio di loro... Suono anche con Louise, francese che non mi dispiace e che sa suonare.
Giovedì 22 ho consegnato il saggio di storia, scritto tutto di fretta Il 21 e che quindi farà schifo, finito di correggere da Aisling alle 10.30 di sera (non la ringrazierò mai abbastanza). Il saggio mi teneva il cervello occupato, ma da giovedì mi trascino senza ragione da un posto all'altro senza tanta voglia fare qualcosa. Giovedì allo Spring Hill parlo con una americana di cui non riesco a ricordare e pronunciare il nome e scopro che le piacciono i Pearl Jam... è la prima persona che incontro qui che conosce 'Black' ... ed è anche socialista!! Poi incontro una lituana... almeno così ho capito...e Den, in irlandese con cui ho diviso il taxi il sabato prima mi offre addirittura una birra... le cose non sembravano andare così male giovedì... Durante il fine settimana fitto scambio di sms con aisling sul tema 'canzoni folk irlandesi' (che lei adora ma non sapeva che c'è una canzone folk che si chiama come lei) e 'significato di nomi irlandesi' (il suo significa sogno o visione in un sogno... quello di sua sorella libertà...”my parents are big republicans”... commenterà in un messaggio).
Sabato al party, a casa di Anatole, mi sono dimenticato di tutto e tutti e ho bevuto come una capra mischiando ogni tipo di alcolico presente compreso il sidro che mi fa schifo. Suono perché ho portato la chitarra ma mi abbasso a suonare 'la bamba' o la 'macarena'. Ero dignitosamente sbronzo e sono finito a parlare con dei greci di Platone e Aristotele (non è un cliché l'ho fatto davvero). Ottengo il numero di Louise....poi mi ricordo la serata a pezzi. Mi sveglio nel divano di Anatole alle 9 con uno dei peggiori malditesta che abbia mai avuto a farmi compagnia... almeno non sono solo!!
Torno a casa in bus e dormo fino alle 14.20. Oggi, mercoledì, dormo qualcosa come 12 ore finché uno stronzo nel mio palazzo non decide di bruciare qualcosa e scatta l'allarme.... mi sveglio già incazzato. La cosa più interessante che faccio è una passeggiata di due ore per tutta la spiaggia e dintorni....indugio sulla riva tormentata (capirete dopo) guardo il mare...bellissimo... amo questa terra...
Ora siccome sono triste e non ho scritto abbastanza, pubblico un paio di poesie che ho letto stasera per calmarmi e che esprimono abbastanza bene come mi sento. So già che molti di voi non le leggeranno... e fate male...spero solo che qualcuno apprezzi.
La prima e di E. A. Poe (per i non anglofoni o i pigri la traduzione, di tal Alessandro Quattrone, è sotto)
A Dream Within a Dream
Take this kiss upon the brow!
And, in parting from you now,
Thus much let me avow -
You are not wrong, who deem
That my days have been a dream;
Yet if hope has flown away
In a night, or in a day,
In a vision, or in none,
Is it therefore the less gone?
All that we see or seem
Is but a dream within a dream.
I stand amid the roar
Of a surf-tormented shore,
And I hold within my hand
Grains of the golden sand -
How few! Yet how they creep
Through my fingers to the deep,
While I weep – while I weep!
O God! Can I not grasp
Them with a tighter clasp?
O God can I not save
One from the pitiless wave?
Is all that we see or seem
But a dream within a dream?
Un sogno dentro un sogno
Ricevi questo bacio sulla fronte!
E adesso che io vado via da te,
lascia che ti confessi alcune cose:
non ti sbagli se pensi che i miei giorni
siano stati soltanto un breve sogno.
E anche se la speranza
è fuggita in una notte o in un giorno,
in una qualche visione o nel nulla,
è forse per ciò stesso meno persa?
Tutto ciò che vediamo o sembriamo
è solamente un sogno dentro un sogno.
Indugio sulla riva tormentata
dalla spuma rombante dei marosi,
e stringo nella mano sabbia d'oro.
Così pochi granelli, così pochi!
Ma come cadono sulla battigia
scivolando pian piano tra le dita,
mentre io piango, piango senza posa!
Oh Dio! Non posso stringere più forte
il pugno, serrarli, trattenerli?
Oh, non posso salvarne neanche uno
dall'onda che si avventa crudelmente?
Tutto quello che vediamo o sembriamo
è solamente un sogno dentro un sogno?
Sinceramente non mi convince questa traduzione, non ne rispetta il ritmo ne la rima, ma così la trovo e così la metto. (per chi ne voglia discutere... avete la mia mail)
L'altra poesia, di cui vi risparmio il testo a fronte perché in russo, è di Majakovkij, tradotto da A.M. Ripellino. (vorrei avere anche solo un'unghia del talento di Majakovskij o di Poe)
ALL'AMATO SE STESSO
DEDICA QUESTE RIGHE L'AUTORE
Quattro.
Pesanti come un colpo.
"A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio."
Ma uno
come me
dove potrà ficcarsi?
Dove mi si è apprestata tana?
S'io fossi
piccolo
come il Grande Oceano,
mi leverei sulla punta dei piedi delle onde,
con l'alta marea carezzando la luna.
Dove trovare un'amata
uguale a me?
Angusto sarebbe il cielo per contenerla!
Oh, s'io fossi povero!
Come un miliardario!
Che cos'è il denaro per l'anima?
Un ladro insaziabile si annida in essa.
All'orda sfrenata dei miei desideri
non basta l'oro di tutte le Californie.
S'io fossi balbuziente
come Dante
o Petrarca!
Accendere l'anima per una sola!
Ordinarle coi versi di struggersi in cenere!
E le parole
e il mio amore
sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente,
senza lasciar traccia, vi passerebbero sotto
le amanti di tutti i secoli.
Oh s'io fossi
silenzioso
come il tuono,
gemerei,
stringendo con un brivido il decrepito eremo della terra.
Se urlerò a squarciagola
io
con la mia voce immensa,
le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
gettandosi a capofitto sulla malinconia.
Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti
se fossi
appannato
come il sole!
Che bisogno ho io
di abbeverare col mio splendore
il grembo dimagrato della terra!
Passerò,
trascinando il mio enorme amore.
In quale notte
delirante,
malaticcia,
da quali Golia fui concepito,
così grande
e così inutile?
Ora se qualcuno ha letto fino a qui, mi immagino già i commenti.... è inutile che vi chieda di risparmiarveli.... sono triste e uso parole d'altri (sicuramente più espressive dei mie polpettoni) per dirlo...
Un malinconico ciao.
PS: Nella foto, anche se non ha bisogno di presentazioni, l'amico Edgar che rimane (secondo il mio modesto parere) una spanna sopra il buon Vladimir. Vi invito invano a leggere le poesie d'amore di Poe.