domenica 20 gennaio 2008

Tanto per ri-cominciare...


Tanto per ricominciare ecco il nuovo tipo di post: Citazioni con piccolissimi commenti. Vi piaccia o no. E la risposta è ovviamente no.

Vai col primo...Ho chiuso l'ultimo post (e anche un capitolo di questo blog) con una citazione di Shakespeare, quale modo migliore di iniziare con un'altra citazione del buon vecchio Willie? Eccola.
Questa scena non mi è nuova....

Da: As you like it:

SCENE V. Another part of the forest.

Enter SILVIUS and PHEBE

SILVIUS

Sweet Phebe, do not scorn me; do not, Phebe;
Say that you love me not, but say not so
In bitterness. The common executioner,
Whose heart the accustom'd sight of death makes hard,
Falls not the axe upon the humbled neck
But first begs pardon: will you sterner be
Than he that dies and lives by bloody drops?

Enter ROSALIND, CELIA, and CORIN, behind

PHEBE

I would not be thy executioner:
I fly thee, for I would not injure thee.
Thou tell'st me there is murder in mine eye:
'Tis pretty, sure, and very probable,
That eyes, that are the frail'st and softest things,
Who shut their coward gates on atomies,
Should be call'd tyrants, butchers, murderers!
Now I do frown on thee with all my heart;
And if mine eyes can wound, now let them kill thee:
Now counterfeit to swoon; why now fall down;
Or if thou canst not, O, for shame, for shame,
Lie not, to say mine eyes are murderers!
Now show the wound mine eye hath made in thee:
Scratch thee but with a pin, and there remains
Some scar of it; lean but upon a rush,
The cicatrice and capable impressure
Thy palm some moment keeps; but now mine eyes,
Which I have darted at thee, hurt thee not,
Nor, I am sure, there is no force in eyes
That can do hurt.

SILVIUS

O dear Phebe,
If ever,--as that ever may be near,--
You meet in some fresh cheek the power of fancy,
Then shall you know the wounds invisible
That love's keen arrows make.

PHEBE

But till that time
Come not thou near me: and when that time comes,
Afflict me with thy mocks, pity me not;
As till that time I shall not pity thee.

ROSALIND

And why, I pray you? Who might be your mother,
That you insult, exult, and all at once,
Over the wretched? What though you have no beauty,--
As, by my faith, I see no more in you
Than without candle may go dark to bed--
Must you be therefore proud and pitiless?
Why, what means this? Why do you look on me?
I see no more in you than in the ordinary
Of nature's sale-work. 'Od's my little life,
I think she means to tangle my eyes too!
No, faith, proud mistress, hope not after it:
'Tis not your inky brows, your black silk hair,
Your bugle eyeballs, nor your cheek of cream,
That can entame my spirits to your worship.
You foolish shepherd, wherefore do you follow her,
Like foggy south puffing with wind and rain?
You are a thousand times a properer man
Than she a woman: 'tis such fools as you
That makes the world full of ill-favour'd children:
'Tis not her glass, but you, that flatters her;
And out of you she sees herself more proper
Than any of her lineaments can show her.
But, mistress, know yourself: down on your knees,
And thank heaven, fasting, for a good man's love:
For I must tell you friendly in your ear,
Sell when you can: you are not for all markets:
Cry the man mercy; love him; take his offer:
Foul is most foul, being foul to be a scoffer.
So take her to thee, shepherd: fare you well.

PHEBE

Sweet youth, I pray you, chide a year together:
I had rather hear you chide than this man woo.

ROSALIND

He's fallen in love with your foulness and she'll
fall in love with my anger. If it be so, as fast as
she answers thee with frowning looks, I'll sauce her
with bitter words. Why look you so upon me?

PHEBE

For no ill will I bear you.

ROSALIND

I pray you, do not fall in love with me,
For I am falser than vows made in wine:
Besides, I like you not. If you will know my house,
'Tis at the tuft of olives here hard by.
Will you go, sister? Shepherd, ply her hard.
Come, sister. Shepherdess, look on him better,
And be not proud: though all the world could see,
None could be so abused in sight as he.
Come, to our flock.

Exeunt ROSALIND, CELIA and CORIN

PHEBE

Dead Shepherd, now I find thy saw of might,
'Who ever loved that loved not at first sight?'

SILVIUS

Sweet Phebe,--

PHEBE

Ha, what say'st thou, Silvius?

SILVIUS

Sweet Phebe, pity me.

PHEBE

Why, I am sorry for thee, gentle Silvius.

SILVIUS

Wherever sorrow is, relief would be:
If you do sorrow at my grief in love,
By giving love your sorrow and my grief
Were both extermined.

PHEBE

Thou hast my love: is not that neighbourly?

SILVIUS

I would have you.

PHEBE

Why, that were covetousness.
Silvius, the time was that I hated thee,
And yet it is not that I bear thee love;
But since that thou canst talk of love so well,
Thy company, which erst was irksome to me,
I will endure, and I'll employ thee too:
But do not look for further recompense
Than thine own gladness that thou art employ'd.

SILVIUS

So holy and so perfect is my love,
And I in such a poverty of grace,
That I shall think it a most plenteous crop
To glean the broken ears after the man
That the main harvest reaps: loose now and then
A scatter'd smile, and that I'll live upon.

Ecco la traduzione:

SCENA V - Altra parte della foresta delle Ardenne


Entrano SILVIO e FEBE

SILVIO -
Febe mia dolce, non avermi a spregio!
No, Febe, dimmi pure che non m'ami,
ma non dirmelo in modo così amaro!
Il pubblico carnefice,
il cui cuore fa duro ed insensibile
l'abituale vista della morte,
non lascia mai cadere la sua scure
sul collo che sta chino innanzi a lui
senza chieder perdono alla sua vittima.
E tu vorresti mostrarti più dura
d'uno che passa l'intera sua vita
a far sprizzare stille d'altrui sangue?


Entrano, sul fondo, ROSALINDA, CELIA e CORINNO, restando là inosservati

FEBE -
Io non intendo farmi tuo carnefice;
anzi, ti fuggo per non farti male.
Tu dici che negli occhi ho l'assassinio:
è carino, di certo, e assai probabile
che gli occhi, i quali son le nostre cose
più delicate e fragili nel corpo,
pronti a serrar le lor timide porte
anche all'impercettibile pulviscolo,(88)
s'abbiano ad esser chiamati col nome
di tiranni, assassini e macellai!
Ed io li volgo adesso su di te
con tutto il cruccio di cui son capaci;
e se è vero che possono ferire,
perché adesso non lasci che t'uccidano?
Avanti, fingi almeno di svenire,
stramazza al suolo; e se non sei capace,
oh, per pudore almeno, per pudore,
non mentire, non seguitare a dire
che son degli assassini gli occhi miei.
Fammi allora vedere, se lo puoi,
le ferite che t'hanno provocato.
Sgraffiati appena con uno spillino,
e ti ci resta il segno;
afferra appena con la mano un giunco,
e la tua palma ne conserverà
visibile l'impronta per un tempo
ma non venirmi a dire che i miei occhi,
ch'io pure ho dardeggiato su di te,
t'abbian procurato male alcuno.
No, no, io son sicura che negli occhi,
non c'è forza capace di far male.

SILVIO -
Se mai accada, Febe mia diletta,
- e questo "mai" può essere anche "presto" -
che tu scopra su qualche giovin gota
il potere di risvegliare in te
le fantasie che suscita l'amore,
conoscerai allora le ferite
invisibili che ti recheranno
gli acuminati strali di Cupido.

FEBE -
In ogni caso tu, fino a quel giorno,
stammi lontano, e quando esso verrà
perseguitami pur, senza pietà,
col tuo dileggio, ché fino ad allora,
pietà di te io non ne avrò nessuna.

ROSALINDA -
(Venendo avanti)
E per quale ragione, se m'è lecito?
Quale donna ha potuto esserti madre
che puoi coprir d'insulti, ed esultarne,
questo meschino? Per quale ragione,
sprovvista come sei d'ogni bellezza
- perché di bello in te non so vedere
più di quanto ne veda andando a letto
senza candela - devi tu mostrarti
con lui così spietata e presuntuosa?...
E che hai, che mi ficchi gli occhi addosso
in questo modo? In te non vedo nulla
di più di quei prodotti che Natura
mette in vendita, grossi e dozzinali...
(Accorgendosi che Febe continua a fissarla)
Oh, oh! Per la mia vita,
mi pare che costei abbia intenzione
d'accaparrarsi pure gli occhi miei!
Non ci sperare, mia fiera donzella!
Non saranno le tue ciglia d'inchiostro,
i tuoi capelli come seta nera,
i tuoi bulbi oculari di torello,
le tue guance di burro a persuadermi
di mettermi in tua adorazione.
(A Silvio)
Sciocco pastore, perché le vai dietro
come un torbido vento di scirocco
soffiante di continuo vento e pioggia?
Tu, come uomo, vali mille volte
quanto possa valer lei come donna.
I grulli come te
sono quelli che poi popolano il mondo
di figli brutti. A lusingare lei
e a farle credere di esser bella
non è il suo specchio, ma sei solo tu;
ed è in grazia delle tue smancerie
ch'ella pretende d'essere più bella
di quel che mostrino le sue fattezze.
E tu, ragazza, conosciti meglio:
inginòcchiati e rendi grazie al cielo
con tanto di rinunce e di digiuni
per l'amore di un bravo giovanotto;
perché ti debbo dire in un orecchio,
e in segno d'amicizia un buon consiglio:
"Vendi la merce tua come ti càpita,
ché non sei fatta per tutti i mercati."
Chiedi perdono a questo bravo giovane,
amalo, non respinger la sua offerta,
ché la bruttezza è tanto più bruttezza
quando s'atteggia ad aria di disprezzo.
(A Silvio)
E così prendila, pastore, e addio.

FEBE -
O dolcissimo giovane, ti prego,
seguita ancora con i tuoi rimproveri,
magari per un anno tutto intero!
Mi piace più di udire la tua voce
che mi muove rimproveri,
che non la sua che mi parla d'amore.

ROSALINDA -
Lui s'è invaghito della tua bruttezza
(A Silvio)
e lei - ma guarda tu - s'è incapricciata
della mia collera. Se così è,
subito ch'ella ti risponderà
con lo sguardo altezzoso e corrucciato,
io la condisco di parole amare.
(A Febe, che continua a fissarlo)
Che hai, insomma, a guardami così?

FEBE -
Nulla. Con voi non posso aver rancore.

ROSALINDA -
Per carità, non ti venisse in capo
d'innamorarti di me,
ch'io sono un tipo ancora più sleale
d'un giuramento con il vino in corpo.
Inoltre non mi piaci.
Se vuoi sapere dov'è la mia casa,
è qui da presso, a quel ciuffo di ulivi.
(A Celia)
Sorella, andiamo via.
(A Silvio)
Pastore, assediala, non darle tregua.
(A Febe)
E tu, pastora, cerca di guardarlo
con miglior occhi, e non esser superba;
pur se tutti abbiam occhi per vedere,
al mondo, più di lui non c'è nessuno
che si sia fatto ingannar dalla vista.
Suvvia, torniamocene al nostro gregge.


(Escono Rosalinda, Celia e Corinno)

FEBE -
Pastore morto, adesso scopro in me
tutta la forza delle tue parole:
"Chi poté mai amare
se non concepì amore a prima vista?"(89)

SILVIO -
Mia dolce Febe!

FEBE -
Eh? Che dici, Silvio?

SILVIO -
Abbi pietà di me, mia dolce Febe!

FEBE -
Eh, ho pena per te, gentile Silvio.

SILVIO -
Dov'è pena dovrebbe anche albergare
sollievo. Se davvero tu hai pena
del mio soffrir d'amore,
dando amore potresti porre fine
alla tua pena e insieme al mio soffrire.

FEBE -
Tu ce l'hai il mio amore.
Non è scritto che s'ha da amare il prossimo?

SILVIO -
Sì, ma io vorrei te.

FEBE -
Eh, questa è cupidigia bella e buona.
Silvio, c'è stato un tempo ch'io t'ho odiato,
se pur ora non possa dir di amarti,
ma tu sai così ben parlar d'amore,
che la tua compagnia,
che finora m'è stata sì noiosa
adesso mi riesce sopportabile;
non solo, ma mi gioverò di te
per qualche mio servizio.
Non cercare però altro compenso
che nella gioia d'avermi servita.

SILVIO -
Così santo, così pieno e perfetto
è l'amor mio per te,
e son così allo stremo della grazia,
che mi parrà copiosissima messe
poter raccogliere le spighe rotte
scartate da colui che avrà mietuto
e radunato il grosso del raccolto.
Fammi soltanto un fugace sorriso
di tanto in tanto, ed io saprò nutrirmene.


Dite quello che volete ma questi ultimi versi sono bellissimi...

16 commenti:

Anonimo ha detto...

bello...però 6 pazzo!

Anonimo ha detto...

sono io

Anonimo ha detto...

perché dovrei essere pazzo? perché leggo shakespeare?

Anonimo ha detto...

no, perché scrivi un post lunghissimo solo di shakespeare...spero tu abbia fatto copia e incolla

Anonimo ha detto...

cavolo erano molto belli qsti versi. scherzo, ovviamente non li ho letti. ahahahah mi mancavano comunque i tuoi post!!!welcome back

Anonimo ha detto...

che palle ruggiu!!!
nessuno vuole che tu scriva i cazzi tuoi in irlanda e fai bene a non scriverli più....

ma anche le citazioni e basta senza nessun altro commento sono un bel rompimenti di balle!!!

perchè non hai messo qua il bel post del blog gc scusa?
sarebbe stato molto meglio...anche perche lì quel post non ci sta a fare un cazzo visTA la attuale linea del partito...

comunquè vabbè... stammi bene non credo che sia possibile venire per s patrizio visto che voli e ALBERGHI sono gia esauriti da tempo....

vabbè ci si sente

p.s.

CELLINO VATTENE

COMPRATI LA TORRES

Anonimo ha detto...

nn ho postato quello che ho scritto nel blog dei gc perché il mio blog ha preso ormai una svolta intimista e intellettualoide che mi impedisce di scrivere robe così. Per S. Patrizio se sa voi va bene andiamo a Cork! hoi cercato e c'è un sacco di posto ora.... fatemi sapere ciao

Anonimo ha detto...

Ciao Ruggiu,
noi condividiamo tutto ciò che fai e scrivi...MA NON HAI MEZZE MISURE...
puoi benissimo fare un resoconto dell'Irlanda senza essere un dawsoncreekiano...anche se il blog è tuo e lo gestisci come vuoi, s'intende...
C'è una marea di roba da scrivere sull'Irlanda...

PS ho ancora davanti agli occhi la tua performance del 31/12..GRANDIOSO!!! e dovevi essere proprio ubriaco se hai scambiato il pulmino dei vigili urbani con l'ambulanza...(e soprattutto per la litigata con la fioriera di cemento)..UN GRANDE!!!!!

SLAINTE!!

PS Dublino aspettami, sto arrivando!!!

PPS Su consiglio del buon Paul Star aprirò un mio blog personale, ti inviterò all'inaugurazione....

PPPS: Non mi hai ancora comprato niente da Primark? Vabbè ci penserò da sola da Penney's o come cavolo si scrive, nella "vecchia, sporca Dublino.."

Anonimo ha detto...

PER ANDREA .... ti mancano gli squillini durante le lezioni caro tordo spennacchiato ? eheh tranquillo che torneranno .. i tuoi fans

Anonimo ha detto...

tordo spennacchiato? che fantasia...cmq, se ti diverte...

Anonimo ha detto...

X calp: Si in effetti il blog me lo gestisco io e tu nn sei fra quelli che mi hanno fatto incazzare.
Con quella fioriera avevo un conto in sospeso... abbiamo chiarito e ci siamo bevuti una birra insieme (io le versavo la birra nel terriccio umido). Davvero ho scambiato i vigli x un'ambulanza? questa nn me la ricordo!! si, forse ero un po' unbriaco... aspetto con impazienza il tuo blog...
Per anonimo: nel mio blog ci litigo solo io capito? se volete punzacchiarvi fatelo nel blog di mastella ok?

http://www.clementemastella.blogspot.com/

ora vado che devo.... fare niente ma qualcuno lo deve pur fare no?

Anonimo ha detto...

ci diverte si.. e la cosa più bella è che se anche dovessi capire chi siamo .. non avresti nemmeno le palle per venire a dirci qualcosa.. perchè hai paura di prendere schiaffi ... piccolo merlo saccente ehehe p.s. li prenderesti ;-)

Anonimo ha detto...

ma 6 scemo? ma quanti anni hai? la tua vita è così vuota che non hai di meglio da fare che farmi gli squilli anonimi?

Anonimo ha detto...

la mia vita è bella piena caro.. a differenza delle tua che si basa solo sugli esami e i professori ! quando ne ho voglia posso anche divertirmi cosi... ah e cmq.. attento con francesca.. il ragazzo ti osserva.. ;-)

Anonimo ha detto...

Adesso mi avete rotto le palle... e io non ho paura di prendere schiaffi... quindi vi rinvito a rileggere quello che ho scritto. Se volete insultarvi scambiatevi le mail e non rompete il cazzo qui!
BASTA.

Cmq ciao eh... magari ora lavoro ad un'altro post...

Anonimo ha detto...

oh adesso basta cn qst cazzo d dawson??ma siete i pacey della situazione che vanno a letto cn la loro professoressa bionda?no!allora basta